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392 | spiegazione di alcune voci |
duca in una casa, ove non siano compagnia nè comodi, ma poco più che ignude pareti.
Muso — ordinariamente si dice degli animali, e quando si applica all’uomo è per lo più in senso spregiativo; muso lungo un palmo vale aspetto malinconico per noia o per dispetto: partir col muso basso vale partire con rincrescimento, e qualche volta partire umiliato dai detti o fatti altrui: far muso vale mostrare nell’aspetto di aversi a male di una qualche cosa: esser muso da ciò vale esser uomo atto a fare una tal cosa che richieda coraggio o abilità.
Musoneria — sostenutezza superba.
Mutria — arroganza che si manifesta nell’atteggiarsi della fisonomia.
N
Nascere il fungo — dicesi di cosa che comparisce dopo lunga espettazione, come il topo partorito dalla montagna.
Nebbione — applicato ad uomo, vale vanitoso.
Nesci — fare il nesci, affettare ignoranza d’una cosa che si sa.
Ninnolo — balocco da fanciulli; si usa anche per cosa da nulla.
Nobilea, nobilume — si usa per qualificare in senso spregiativo la gente nobile.
Nomèa — rinomanza.
Non c’è cristo che tenga — non c’è argomento, non c’è autorità che valga ad impedire.
Non parer suo fatto — si dice di cosa condotta da taluno tanto destramente da far dubitare che non sia fatta da lui.
Novizio — inesperto del mondo.
Nuvolo — in senso traslato si usa per moltitudine affollata; così il Poeta — con un nuvolo d’amici attorno. —
O
Oca — giuoco di dadi innocentissimo e fanciullesco.
Occhio ad una cosa — in modo imperativo, vale attenzione ad una cosa.
Occhio destro — esser l’occhio destro di alcuno vale esser ben visto, essere in grazia.
Occhio pesto — occhio con occhiaia, quasi pestato da una percossa.
Ordinario — si usa talvolta in opposizione di scelto, parlandosi di cose; e di nobile, parlandosi di persone; così anima ordinaria,