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tratte dalla lingua parlata. | 389 |
Ipoteca — si usa per pegno; tenere in ipoteca vale tenere in pegno.
Ipotecario — usuraio.
Ire — oh v’è che ire, oh v’è molta strada da fare, intercede assai distanza.
Ito — andato; quest’è ito vale questo è morto.
L
Lana — esser tutti d’un pelo e d’una lana — vale essere tutti uguali, ma quasi sempre in senso tristo.
Lascia il tempo come lo trova — suol dirsi della nebbia che, dileguata, lascia il cielo sereno o nuvoloso com’era innanzi; questo modo proverbiale si applica peraltro ad ogni cosa che non ha conseguenze, che non lascia traccia di se.
Lasciare in bianco — omettere, come talvolta scrivendo si lascia nel verso lo spazio vuoto della parola omessa.
Lasciar nelle peste alcuno — vale abbandonare alcuno per codardia in una grave difficoltà, senza prestargli nessuno aiuto, ma lasciando che se ne tragga come può meglio da se.
Lascito — legato testamentario.
Lattime — malattia cutanea propria dei bambini lattanti.
Leccare — si usa dal popolo per far guadagno disonesto con astuzia.
Leccare la cavezza — servir bassamente.
Lemme lemme — andare o venire lemme lemme andare o venire a passo lento e mal reggendosi sulla persona.
Lesto — pronto; lesto di cervello vale di mente pronta ed arguta.
Levar di grinze — vale stirare: levare di grinze il corpo si dice di chi mangia a sazietà dopo lungo digiuno.
Levar la mano — dicesi di cavallo che ha presa la corsa, senza che il cavaliere possa frenarlo.
Levatrice — chiamasi la donna ostetrica che assiste ai parti.
Lezzo — fetore di sudiciume.
Libera — alla libera modo di dire che vale senza riguardi.
Linguaccia — maldicente.
Lisciato — adulato; dal modo che si usa nell’accarezzare gli animali domestici; — si adopera anche per adorno con leziosità.
Logiche — si chiamano dal popolo i giovani eleganti e fatui.
Loia — sudiciume inveterato.
Lombricaio — propriamente si dice di luogo putrido che alimenta gran quantità di lombrichi.
Lucidatore — dicesi colui che ricopia materialmente un disegno altrui sovrapponendovi carta trasparente.