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per le feste triennali di pescia. 339


Come l’umíl villano
     La casa infiora, e tien purgato e netto
     L’ovile intorno, se il signor lontano
     Ode che venga al suo povero tetto;
     Oggi così le genti
     T’invocano fra loro, e reverenti

Questa pompa devota
     T’offrono nel desio di farti onore.
     Mille voci concordi in una nota
     E mille alme che infiamma un solo amore,
     Come vapor d’incenso
     Salgono a te pel chiaro etere immenso.

I colli circostanti,
     In tanto lume di letizia accesi,
     Ridono a te che di luce t’ammanti
     E nella luce parli e ti palesi,
     Rompendo col fulgore
     Della tua maestade ombre d’errore.

Tale il pastor di Jetro
     Che tolse al giogo il tuo popol giudeo.
     Prima che tanta si lasciasse addietro
     Ruina di tiranni all’Eritreo,
     Sul rovo fiammeggiante
     Ti vide e t’adorò tutto tremante.

Bello dei nostri cuori
     Farti santo olocausto in primavera,
     Or che l’erbe novelle e i nuovi fiori
     Tornan la terra alla beltà primiera,
     E rammentar ne giova
     Quell’aura di virtù che ci rinnova.