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dello scrivere per le gazzette. 311


Nell’utile silenzio
     Dei giorni sonnolenti,
     Con periglioso aculeo
     Osai tentar le genti;
     Osai ritrarmi quando
     Cadde Seiano, e sorsero
     I Bruti cinguettando.

Seco Licurghi, e Socrati,
     Catoni, e Cincinnati,
     £ Gracchi pullularono
     D’ozio nell’ozio nati:
     Come in pianura molle
     Scoppia fungaia marcida
     Di suolo che ribolle.

Ahi, rapita nel mobile
     Baglior della speranza,
     Non vide allora il vacuo
     Di facile iattanza
     L’illusa anima mia,
     Che s’abbandona a credere
     II ben che più desia!

E le fu gioia il subito
     Gridar di tutti a festa,
     E sparir nelle tenebre
     La ciurma disonesta,
     Ed io, pago e sicuro,
     Aver posato il pungolo
     Che ripigliar m’è duro.

O Libertà, magnanimo
     Freno e desio severo
     Di quanti in petto onorano
     Con te l’onesto e il vero,
     Se del tuo vecchio amico
     Saldo tuttor nell’animo
     Vive l’amore antico,