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dello scrivere per le gazzette. |
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Nell’utile silenzio
Dei giorni sonnolenti,
Con periglioso aculeo
Osai tentar le genti;
Osai ritrarmi quando
Cadde Seiano, e sorsero
I Bruti cinguettando.
Seco Licurghi, e Socrati,
Catoni, e Cincinnati,
£ Gracchi pullularono
D’ozio nell’ozio nati:
Come in pianura molle
Scoppia fungaia marcida
Di suolo che ribolle.
Ahi, rapita nel mobile
Baglior della speranza,
Non vide allora il vacuo
Di facile iattanza
L’illusa anima mia,
Che s’abbandona a credere
II ben che più desia!
E le fu gioia il subito
Gridar di tutti a festa,
E sparir nelle tenebre
La ciurma disonesta,
Ed io, pago e sicuro,
Aver posato il pungolo
Che ripigliar m’è duro.
O Libertà, magnanimo
Freno e desio severo
Di quanti in petto onorano
Con te l’onesto e il vero,
Se del tuo vecchio amico
Saldo tuttor nell’animo
Vive l’amore antico,