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DELLO SCRIVERE PER LE GAZZETTE.
Sdegno di far più misere
Con diuturno assalto
Le splendide miserie
Di chi vacilla in alto;
Sdegno, vigliacco astuto,
Insultare al cadavere
Dell’orgoglio caduto.
Nè bassa contumelia
Che l’uomo in volto accenna,
Nè svergognato ossequio
Mi brutterà la penna,
La penna, a cui frementi
Spirano un vol più libero
Più liberi ardimenti.
Oh se talor, negl’impeti
Ciechi dell’ira prima,
In aperto motteggio
Travierà la rima,
A lacerar le carte
Tu, vergognando, aiutami,
O casto amor dell’arte.
Il riso malinconico
Non suoni adulterato
Dell’odio o dell’invidia
Dal ghigno avvelenato,
Nè ambizïon delusa
Sfiori la guancia ingenua
Alla vergine Musa.