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IL CONGRESSO DE’ BIRRI.
DITIRAMBO.
A scanso di rettorica, ho pensato
Di non fermarmi a descriver la stanza
Che in grembo accolse il nobile Senato.
Solamente dirò, che l’adunanza
In tre schiume di Birri era distinta,
Delle Camere d’oggi a somiglianza.
A dritta, i Birri a cui balena in grinta
Il sangue puro; a manca, gli arrabbiati;
Nel centro, i Birri di nessuna tinta:
Birrucoli cioè dinoccolati,
Birri che fanno il birro pur che sia;
Bracchi no, ma locuste degli Stati.
Taglierò corto anco alla diceria
Che fece con un tuono da Compieta
Il Gran Capoccia della sbirreria;
Che deplorò giù giù dall’A alla Zeta,
E le glorie birresche, e i guasti orrendi
Che porta il tempo come l’acqua cheta;
E parlò di pericoli tremendi,
E d’averli chiamati a parlamento
Per consultarli sul modo tenendi
Di riparare in tempo al fallimento.
Dalla manca, oratore
Di que’ Birri bestiali,