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I DISCORSI CHE CORRONO.




Questo Dialogo è tolto da una Commedia intitolata

I DISCORSI CHE CORRONO.


L’azione è in un paese a scelta della platea, perchè i discorsi che corrono adesso, corrono mezzo mondo. I Personaggi sono:

Granchio, Giubbilato e pensionato.
Sbadiglio, Possidente.
Archetto, Emissario.
Ventola, Scroccone.
E altri che non parlano o che non vogliono parlare.


Questi soprannomi, l’Autore non gli ha stillati per lepidezza stenterellesca, ma per la paura di dare in qualche scoglio ponendo i nomi usuali.

La Commedia è in versi, perchè l’Autore sentendosi della scuola che corre, e sapendo per conseguenza di dover battere il capo o in una prosa poetica, o in una poesia prosaica, ha scelto quest’ultima, sicuro di non essere uscito di chiave.

Siccome il tempo va di carriera, e il mettere in iscena una Commedia che non sia del tempo, è lo stesso che uscire in piazza a fare il bello con una giubba tagliata, per esempio, nel millottocenquattordici, potrebbe darsi che l’Autore, ritardato dalla fantasia, non potesse finire il lavoro a tempo, e che il pubblico non ne vedesse altro che questo brano.