Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu/272

248 la rassegnazione.


L’ira è peccato! Sì, quando per l’ira
     Se ne va la giustizia a gambe all’aria:
     Ma se le cose giuste avrò di mira,
     L’ira non sento alla virtù contraria.
     Fossi Papa, scusatemi, a momenti
     L’ira la metterei tra’ Sacramenti.

Cristo, a questo proposito, ci ha dato,
     Dolce com’era, un bellissimo esempio
     (E lo lasciò perchè fosse imitato),
     Quando, come sapete, entrò nel Tempio
     E sbarazzò le soglie profanate
     A furia di santissime funate.

Fino a non far pasticci, e all’utopie
     Tenere aperto l’occhio e l’uscio chiuso;
     Fino a sfidare il carcere, le spie,
     L’esilio, il boia, e ridergli sul muso;
     Fino a dar tempo al tempo, oh Padre mio,
     Fin qui ci sono, e mi ci firmo anch’io.

Ma la prudenza non fu mai pigrizia.
     Vosignoria se canta o sesta o nona,
     Canta: Servite Domino in lætitia;
     E non canta: servitelo in poltrona.
     Chi fa da santo colle mani in mano,
     Padre, non è cattolico, è pagano.