Insospettita fermasi e s’acquatta
Giù rannicchiata, dietro a certi sassi
D’una vecchia casipola disfatta,
Distante dalla Chiesa un trenta passi;
E di lì guarda e scorge esterrefatta
Un gruppo strano, e parle che s’abbassi
In atto di sbarbar con violenza
Di terra, cosa che fa resistenza.
Ecco, si smuove una lapide, e tosto
S’alza quel gruppo, e indietro si ritira,
E di subito giunge là discosto
Il grave puzzo che l’avello spira.
Senza alitare o muoversi di posto,
Trema la donna misera, e s’ammira
Qual chi dorme e non dorme, e in sogno orrendo
Volteggia col pensier stupefacendo.
Lenta calarsi dentro e risalire
Una figura vede dall’avello,
E sorta, accorrere i compagni, e dire
Un non so che di testa e di coltello.
E allor le parve vedere e sentire
Ricollocar la lapide bel bello;
Poi tutti verso lei tendere al piano,
E innanzi un d’essi con un peso in mano.
Quel vederli venire alla sua volta
Tanto le crebbe tremito e spavento,
Che dentro si sentì tutta sconvolta
E chiuse gli occhi e uscì di sentimento.
Quelli che con molt’impeto e con molta
Fretta correano in basso all’altro intento,
Raccolti in branco e presa la calata,
L’ebber senza notarla oltrepassata.