Questo libro utilissimo, non solo
Egli lassù l’avea disseminato,
Ma nel mezzo di piazza al montagnolo
Spiegato con amore e postillato;
E il giorno dell’arrivo, al Merciaiolo,
Il popolo, il comune, e il vicinato
Correano a dire i sogni della notte,
Ladri, morti, paure, e gambe rotte.
Ed ei, presa la mano a far l’Oracolo,
O rispondeva avvolto o stava muto;
Anzi, tra l’altre, aveva un tabernacolo
Con dentro un certo Santo sconosciuto,
Dal qual, secondo lui, più d’un miracolo,
E più d’un terno a molti era piovuto,
Pur di destare la sua cortesia
Pagando un soldo ed un’Avemmaria.
Lo spolverava, l’apriva, e gridava
Che tutti si levassero il cappello;
Poi brontolando Paternostri, andava
Torno torno a raccorre il soldarello:
E mentre ognuno pregava e pagava,
Più numeri, di sotto dal gonnello,
Tirava fuori agli occhi della folla
Il moncherino di quel Santo a molla.
Nè volendo, se a vuoto eran giocati,
Parer col Santo e tutto, un impostore,
Egli è, dicea, per i vostri peccati,
Che non trovan la via di venir fuore.
Smunti così gran tempo e bindolati
Avea que’ mammalucchi in quell’errore,
E col Governo il traffico diviso,
E mescolato al vizio il Paradiso.