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A ENRICO MAYER E A LEOPOLDO ORLANDINI.



Miei cari


Nel 1844, quando io era quasi disperato della salute, voi due m'accoglieste successivamente in casa vostra, e per mesi e mesi mi ci teneste come fratello, sopportando infiniti fastidi per causa mia, e dividendo meco i patimenti e le malinconie di quello stato angoscioso.

Io non potrò mai rimeritarvi di tanto benefizio; ma per mostrarvi in qualche modo la mia riconoscenza, ho pensato di pubblicare col vostro nome questo Racconto, assicurandovi che non intendo offerirvi cosa degna di voi, se non quanto allo scopo al quale è diretto il componimento.


Vostro

Giuseppe Giusti.