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gingillino. 211


Piglia quel su e giù del saliscendi,
     Quell’occhio del ti vedo e non ti vedo;
     Quel tentennío, non so se tu m’intendi,
     Che dice sì e no, credo e non credo;
     E piglia quel sapor di dolce e forte,
     Che s’usa dal Bargel fino alla Corte.

Barba no, ci s’intende: un impiegato,
     (Cosa chiara, provata e naturale)
     Quanto più serba il muso di castrato,
     Tanto più entra in grazia al Principale:
     Ma in questo, per piacere a chi conviene,
     Anco la mamma t’ha servito bene.

Non lasciar mai la predica e la messa,
     E prega sempre Iddio vistosamente;
     Vacci nell’ora e nella panca stessa
     Del Commissario, oppur del Presidente;
     Anzi, di sentinella alla piletta,
     Dagli, quand’entra, l’acqua benedetta.

Fatti introdurre, e vai sera per sera
     Da qualche scamonea fatto Ministro;
     E là, secondo l’indole e la cera,
     Muta strumento e gioca di registro:
     Se ti par aria da farci il buffone,
     Fallo, e diverti la conversazione;

Se poi si gioca e si sta sulle sue,
     Chiappa le carte e fai da comodino.
     Perdi alla brava, ingozzati del bue,
     Doventa il Papa-Sei del tavolino;
     Chè quando t’ha sbertato e pelacchiato,
     Ti salda il conto a spese dello Stato.