Piglia quel su e giù del saliscendi,
Quell’occhio del ti vedo e non ti vedo;
Quel tentennío, non so se tu m’intendi,
Che dice sì e no, credo e non credo;
E piglia quel sapor di dolce e forte,
Che s’usa dal Bargel fino alla Corte.
Barba no, ci s’intende: un impiegato,
(Cosa chiara, provata e naturale)
Quanto più serba il muso di castrato,
Tanto più entra in grazia al Principale:
Ma in questo, per piacere a chi conviene,
Anco la mamma t’ha servito bene.
Non lasciar mai la predica e la messa,
E prega sempre Iddio vistosamente;
Vacci nell’ora e nella panca stessa
Del Commissario, oppur del Presidente;
Anzi, di sentinella alla piletta,
Dagli, quand’entra, l’acqua benedetta.
Fatti introdurre, e vai sera per sera
Da qualche scamonea fatto Ministro;
E là, secondo l’indole e la cera,
Muta strumento e gioca di registro:
Se ti par aria da farci il buffone,
Fallo, e diverti la conversazione;
Se poi si gioca e si sta sulle sue,
Chiappa le carte e fai da comodino.
Perdi alla brava, ingozzati del bue,
Doventa il Papa-Sei del tavolino;
Chè quando t’ha sbertato e pelacchiato,
Ti salda il conto a spese dello Stato.