Di qua, di là, per casa, e nel giardino
Tutta si sparpagliò la compagnia;
Ma fiacchi dal disagio del cammino
Di due salotti e d’una galleria,
Provvidero gli amanti alla persona,
E fecer alto alla prima poltrona.
Nel primo abbocco degl’innamorati
Si sa che non v’è mai senso comune;
Ma quando tutti e due sono impaniati,
Ognun dal canto suo slenta la fune;
Ognuno sa ciò che l’altro vuol dire,
Ognun capisce perchè vuol capire.
Dopo mezz’ora e più di pausa muta,
Taddeo si fece franco e ruppe il ghiaccio,
E cominciò: Signora, l’è piaciuta
La crema? — Eccome! — Sì? me ne compiaccio:
E quei tordi? — Squisiti! — E lo zampone? —
Eccellente! — E quel dentice? — Bonone! —
Per verità, si stava un po’ pigiati...
Era un bene per me l’averla accosta;
Ma se per caso ci siamo inciampati,
Creda, Signora, non l’ho fatto a posta. —
Oh le pare! anzi lei ci stava stretto;
Scusi, vede, son grassa... — È un bel difetto! —
Lo crede? — In verità! codesto viso
È una Pasqua, che il Ciel glielo mantenga.—
Son sana. — Altro che sana! è un Paradiso! —
Ma via, sono un po’ grossa... — Eh se ne tenga!
Per me... vorrei... se mi fosse concesso... —
Che cosa? — Rivederla un po’ più spesso. —