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148 la scritta.


Testoni, zazzere,
     Panciotti rossi,
     E trippe zotiche,
     E cosi grossi.

Con un’indigena
     Giubba a tagliere,
     Ecco il quissimile
     D’un cancelliere

Sotto le gocciole
     D’una candela:
     E con due classici
     Solini a vela,

Una testuggine
     Che si ripone
     Nel grave guscio
     D’un cravattone,

Accanto a un ebete
     Che duro duro
     Col capo all’aria
     Puntella il muro.

Le donne avevano
     La roba a balle,
     E tutto un fondaco
     Sopra le spalle.

Code, arzigogoli,
     Penne, pennacchi,
     Gesti d’indivia
     E spauracchi.

Ma dal contrario
     Lato splendea
     Levigatissima
     La nobilea.