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la scritta. 147


Sol con quei tangheri
     Che stanno in piede,
     Seduta a chiacchiera
     Qua e là si vede

Qualche patrizia
     Andata ai cani,
     Più democratica
     Co’ terrazzani.

Genio, che mediti
     Di porre i sarti
     Nell’accademia
     Delle Bell’Arti;

A cui del cranio
     Sopra le cuoia
     Sfavilla l’organo
     Della cesoia;

Reggi la bussola
     Dell’estro gretto,
     E colla critica
     Dell’occhialetto

Profila i termini
     Della distanza
     Tra la goffaggine
     E l’eleganza.

Là tra la ruvida
     Folla spregiata,
     Stretta negli angoli
     E rinzeppata,

Vedresti d’uomini
     Scorrette moli,
     Piantate, immobili,
     Come pioli;