Da un lato, un gran carname
Erisitone ingoia,
E dall’aride cuoia
Conosci che la fame
Coll’intimo bruciore
Rimangia il mangiatore.
Giacobbe un po’ più giù,
D’Erisitone a destra,
Al povero Esaù
Rincara la minestra;
Santa massima eterna
Di carità fraterna.
Ma dall’opposto lato
Luccica la parete
Di Giove, trasmutato
In pioggia di monete,
Che scende a Danae in braccio
Ad onta del chiavaccio.
Di là da Danae l’empio
Eliodoro è steso
Sulla soglia del tempio;
E un cavalier, disceso
Dal Ciel, pesta il birbante
Colle legnate sante.
Nel soffitto si vede
D’un egregio lavoro
Mida da capo a piede
Tutto coperto d’oro,
Che sta lì spaurito
Dal troppo impoverito.