Un gran trepestio
S’udiva una sera
Di zampe e di ruote:
Con tal romorio
Lontana bufera
Gli orecchi percuote.
Gran folla di gente,
Saputa la cosa,
Al suono accorrea,
E tutta lucente
Brillar della sposa
La casa vedea.
La fila de’ cocchi
Solcava la strada
A perdita d’occhi:
Per quella contrada
Un ite e venite
Di turbe infinite;
Continuo lo strano
Vociar de’ cocchieri;
E in mezzo al baccano,
Tra torce e staffieri,
La ciurma diversa,
Plebea e signora,
Nell’atrio si versa
In duplice gora.
Là smonta la Dama,
E qua la pedina
Che adesso si chiama
O zia, o cugina;
Il gran Ciambellano
V’arriva da Corte,
E dietro un tarpano
Da fare il panforte.