Un dotto, transeat;
Ma un’Eccellenza
Tapparlo a povero,
Certo, è indecenza!
Ribolla in lurida
Fogna plebea
Del basso popolo
La fricassea;
Spalanca, o Morte,
Vetrate e porte:
Aria a un cadavere
Che andava a Corte.
Così la postuma
Boria si placa:
E molti, a immagine
Della lumaca,
Dietro si lasciano
Sul pavimento
Impura striscia,
Che pare argento.
Ecco gli eroi
Fatti per voi,
Che a suon di chiacchiere
Gabbate il poi.
Ma dall’elogio
Chi t’assicura,
O nato a vivere
Senza impostura?
Morto, e al biografo
Cascato in mano,
Nell’asma funebre
D’un ciarlatano
Menti costretto,
E a tuo dispetto
Imbrogli il pubblico
Dal cataletto.