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126 il mementomo.


Commercio libero:
     Suoni il quattrino,
     E poi s’avvallano
     Chiesa e Casino.
     Si cola il merito
     A tutto staccio;
     Galloni e Panteon
     Sei crazie il braccio.
          Scappa di Domo
          Un pover’omo
          Che senta i brividi
          Di galantomo.

O mangiamoccoli,
     Che a fare un Santo
     Date ad intendere
     Di starci tanto!
     E poi nell’aula
     Devota al salmo
     L’infamia sdraiasi
     Di palmo in palmo!
          Ah l’aspersorio
          Per un mortorio
          Slarga al postribolo
          Anco il ciborio!

La bara, dicono,
     Ci porta al vero:
     Oh sì, fidatevi
     D’un Cimitero!
     Un giorno i posteri
     Con labbra pie
     Biasciando il lastrico
     Delle bugie,
          Diranno: oh gli avi
          Com’eran bravi!
          Che spose ingenue,
          Che babbi savi!