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prefazione. | XV |
gli Scherzi, un po’ per non averli pubblicati prima; ma questa d’attribuirmi un’infamia come quel Sonetto, infamia di stile e di pensiero, senza sapere che contristavano a nome mio l’animo d’un uomo al quale sono debitore di mille garbatezze e d’un’amicizia non ismentita mai, e che credo migliore di molti altri che gli gridano la croce addosso, è un’ingiuria che non ho potuto comportare e della quale intendo di reclamarmi al cospetto di tutta l’Italia. Del resto
- Rubino i ladri, — è il lor dovere: il mio
- È di schernirli.»
Per la storia poetica dell'ingegno di Giuseppe Giusti, che si rivela in un continuo e mirabile perfezionamento di forme e di concetti, e per la stessa intelligenza dei singoli componimenti, i quali furon quasi sempre ispirati da idee e fatti contemporanei, gioverà al lettore il seguente Indice cronologico di tutte le poesie comprese in questa Raccolta. La data apposta indica l’epoca nella quale il componimento fu scritto o almeno divulgato. La maggior parte di queste epoche si ricavò dai manoscritti originali dell'Autore, ed ove fu necessario ricorrere a congetture si avvertì con un segno (?). Se a questo Indice non sempre corrisponderà la sede dei componimenti in ciascuna delle tre serie nelle quali va divisa la presente pubblicazione dei Versi del Giusti, ne fu causa l’aver voluto mantenere per quanto si poteva l'ordine che il Poeta stesso avea dato all'Edizione che stava apparecchiando.
- 1829? Sonetto «Così di giorno in giorno inoperoso.»
- 1829. — «China alla sponda dell’amato letto.»
- 1830. — «Per occulta virtù che dall’aspetto.»
- 1831. — «Poichè m’è tolto saziar la brama.»
- 1831. — «Da questi colli i miei desiri ardenti.»