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LA TERRA DEI MORTI.


A G. C.



A noi larve d’Italia,
     Mummie dalla matrice,
     È becchino la balia,
     Anzi la levatrice;
     Con noi sciupa il Priore
     L’acqua battesimale,
     E quando si rimuore
     Ci ruba il funerale.

Eccoci qui confitti
     Coll’effigie d’Adamo;
     Sì par di carne, e siamo
     Costole e stinchi ritti.
     O anime ingannate,
     Che ci fate quassù?
     Rassegnatevi, andate
     Nel numero dei più.

Ah d’una gente morta
     Non si giova la Storia!
     Di Libertà, di Gloria,
     Scheletri, che v’importa?
     A che serve un’esequie
     Di ghirlande o di torsi?
     Brontoliamoci un requie
     Senza tanti discorsi.