E tosto intenderai come dal verme
Di bavose letture allumacato,
Del genio paesano appena nato
Raggrinza il germe.
Non tutti il vento forestiero intasa;
V’ha chi bee le native aure vitali:
Ma non è già chi spolvera scaffali
Tappato in casa;
E sol perchè di Cronache e Leggende
E di scene cucite un sudiciume,
Per carestia, per noia e per costume
Si compra e vende,
Pensa e s’allenta in pueril conato
Di Storia o d’Epopea, tisico a tanto,
O sotto il peso di tragico manto
Casca sfilato;
O briaco di sè scansa la gente,
E per il lago del cervello oscuro
Pescando nel passato e nel futuro
Perde il presente:
Ma quei cui non fann’ombra all’intelletto
La paga, il boia e gli altri spauracchi;
Che si misura senz’alzare i tacchi
Col suo subietto;
Che benedice alla nativa zolla,
Nè baratta sapore o si tien basso,
Se, Dio volendo, invece d’ananasso
Nacque cipolla.
Varian le braccia in noi, varia l’ingegno
A diversi bisogni accomodato:
E trono e forca e seggiola e steccato
Non fai d’un legno.