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prefazione. XI

piati e tartassati senza garbo nè grazia. In questi tempi di fratellanza, non farò rimprovero a nessuno; solamente, se fosse possibile, direi che da qui innanzi ognuno stesse sul suo, e chi ha avuto ha avuto.

» Non s’abbiano a male gli Autori dei componimenti attribuiti a me, se io protesto di non riconoscere per cose mie altro che i trentadue Scherzi, contenuti nell’edizione di Bastia, fatta dal Fabiani nel 1845; quelle sei poesie stampate a Livorno dall’Antonelli; L'Amor pacifico pubblicato da Le Monnier; le due coserelle inserite nell’Italia; il Congresso de’ Birri, e l’Ode a Leopoldo Secondo, stampati dal Baracchi, successore del Piatti. Questo schiarimento è necessario per essi e per me, perchè alcuni di que’ loro componimenti essendo stati lodati, non è giusta che essi li perdano nè che io li guadagni.

» Questi che do fuori adesso, sono stati messi insieme in due anni; e se a taluni paressero un po’ serotini, parte n’ha colpa la lima, parte l’infingardaggine, e parte certi ostacoli che ora grazie a Dio non esistono più.

» Sento che questo modo di poesia comincia a essere un frutto fuor di stagione, e vorrei elevarmi all’altezza delle cose nuove che si svolgono davanti ai nostri occhi con tanta maestà d’andamento; ma l’ingegno, avvezzo a circoscriversi nel cerchio ristretto del No, chi mi dice che abbia tanto vigore da rompere la vecchia pastoia e spaziare in un campo più largo e più ubertoso? Se mi darà l’animo di poterlo tentare, certo non me ne starò; se poi non mi sentissi da tanto, non avrò la caponeria d’ostinarmi a suonare a morto, in un tempo che tutti suonano a battesimo.»


A queste due Prefazioni lasciò scritta il Poeta una giunta, che non sarà discaro al lettore il vedere qui riferita.


«Da queste due Prefazioni, che ho ritoccate nella dicitura guardandomi di alterarne la sostanza, apparirà manifesto quale sia stato l’animo mio anche molti e molti anni prima del 1848. Non ho altro da aggiungere se non che io, quanto alle opinioni manifestate, non rifiuto e non rifiuterò mai una sillaba di tutto ciò che ho scritto; quanto poi a ciò che riguarda l’arte, bisognerebbe che io dessi di frego a parecchi di questi componimenti, e che sottoponessi tutti gli altri a una lavanda generale e accuratissima. Questo genere di poesia, giusto appunto perchè può avvantaggiarsi di tutta la lingua scritta e di tutta la lingua parlata, se non è trattato