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per un reuma d'un cantante. |
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Vedi? passa e calpesta il Galateo
Lindoro, amor d’inverniciate dame,
E d’elegante anonimo bestiame
Tisico Orfeo.
Eccolo; ognun si scansa, ognun trattiene
L’alito, e schianta ansando dalla tosse;
E creste all’aria e seggiole commosse....
Ei viene, ei viene.
Svenevole s’inoltra e sdolcinato;
Gira, ciarla, s’inchina, e l’occhio pesto
Languidamente volge, e fa il modesto
E lo svogliato.
Pregato e ripregato, ecco sorride
In atto di far grazia ai supplicanti;
I baffi arriccia in su, si tira i guanti,
E poi si asside.
La giovinetta convulsa e sbiadita
Très-bien gorgoglia con squarrata voce,
Mentr’ei tartassa il cembalo, e veloce
Mena le dita;
E nelle orecchie imbriacate muore
Semifrancese lambiccato gergo
Di frollo Adon che le improvvisa a tergo
Frizzi d’amore.
Piange intanto il filosofo imbecille,
E dietro l’arte tua chiama sprecato
L’oro che può lo stomaco aggrinzato
Spianare a mille.
Piange di Romagnosi, che coll’ale
Dell’alto ingegno a tanti andò di sopra,
E i giorni estremi sostentò coll’opra
D’un manovale.