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L’INCORONAZIONE.
Al Re dei Re che schiavi ci conserva,
Mantenga Dio lo stomaco e gli artigli:
Di coronate Volpi e di Conigli
Minor caterva
Intorno a lui s’agglomera, e le chiome
Porgendo, grida al tosator sovrano:
Noi toseremo di seconda mano,
Babbo, in tuo nome.
Vedi i ginocchi insudiciar primiero
Il Savoiardo di rimorsi giallo,
Quei che purgò di gloria un breve fallo
Al Trocadero.
O Carbonari, è il Duca vostro, è desso
Che al palco e al duro carcere v’ha tratti;
Ei regalmente del ventuno i patti
Mantiene adesso.
Colla clamide il suol dietro gli spazza
Il Lazzarone paladino infermo:
Non volge l’anno, in lui sentì Palermo
La vecchia razza.
Di tant’armi che fai, re Sacripante?
Sfondar ti pensi il cielo con un pugno?
Smetti, scimmia d’eroi; t’accusa il grugno
Di Zoccolante.