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A MIA MADRE.

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     Al limitar di morte
Correvi, o madre. Colla cerea mano
Già picchiavi alle porte
Caliginose; e qual dall’oceàno
Sale sull’alba un zefiro, i tuoi veli
6L’aura agitava de’ propinqui cieli.

     De’ figli, o benedetta,
Il pianto udisti. Affranta, ma serena
Per la tua cameretta
L’orma ritenti con perplessa lena,
E ti par tutto novo, il cielo, i fiori
12Che con desío da’ chiusi vetri esplori.

     Rimani, o pia. La vita
Quali dolcezze a te più serbi ignoro;
Ma di tua santa aita
Ancor uopo ha quest’alma; ancor t’imploro
A’ virili anni miei fido riparo,
18Come già fosti al fanciulletto ignaro.