Bello veder di giapponese argilla
Sugli orli rosseggiar fiore cresciuto
Della Plata sul margo; e tremolante 160Sovra il crin delle nuore e delle figlie
Candida piuma che agitò le sabbie
D’africano deserto. A me sgomento
Opulenza non dà che guiderdone
È d’industria e saper: l’invida io temo 165Losca ignoranza che squallore ed ozio
Copre col manto di virtù celeste;
Tetro, deforme, sciaurato mostro
Contro cui colla penna e più coll’opra
Tu, generoso delle plebi amico, 170Sì frequenti e gagliardi i colpi assesti.