130Che le membra contamina, s’apprende
Allo spirto invilito; e non de’ figli
Che onorati si allevino e gentili,
Punge i sordidi padri alcuna cura.
Lode all’età che migliorando il vitto 135E la veste e l’albergo all’umil volgo,
L’alme ancor ne migliora; e fra le gioie
Di cheto casalingo paradiso
Gl’insegna abbominar bische e taverne.
I ritegni sparîr. Rotta la nebbia 140D’antichi errori, e di dottrine e d’arti
Fatto adulto e possente al suo meriggio
L’uman pensiero glorïoso ascende.
Or tanta luce di scoperte e tanta
Fiamma di brame indefinite, immense 145All’uom largite non avrebbe Iddio,
Se del pan che matura il patrio solco,
E del vestir che la vellosa groppa
Di domestica agnella gli consente,
Dirsi pago dovea. Sir del creato, 150Come sotto ogni ciel, dall’Orse algenti
All’adusto Equator trova sua stanza,
Nè salute gli scema o vigoría;
Così da quante terre e quanti mari
L’occhio esplora del sol, tributi accoglie. 155Nel suo tetto regal, cui fanno lieto
Turcheschi drappi ed anglici cristalli,