20Giocai l’ultima volta. Un cardellino,
Mio compagno d’esiglio, innanzi all’alba
Cantarellando mi destò: del mondo
Al paro conoscenti entrammo in via.
Alle venture età, quando i nepoti 25L’avo a sera raccolga, e novellando
La cadente del sonno ala sospenda,
Di giganti epopea meravigliosa
Questo secol parrà, di cui la soglia
Tengono immani Bonaparte e Volta. 30Come rósa dagli anni eccelsa ròcca,
Quell’antico di servi e di signori
Edificio cadè. Sovra le piazze,
Di strana arbore all’ombra e fra le danze
Della folla beffarda, arser gli stemmi 35Che d’infiniti spazî il titolato
Sir dalla gente divideano. Il dritto
Si disconobbe delle prime fasce;
E partito egualmente a’ molti figli
Scese il censo paterno. I latifondi 40Che orante cenobita abbandonava
Alla randagia pecora, innaffiati
Dal libero sudor d’industri volghi
Lussureggiâr di varia mèsse; all’opra
Eran stimolo i figli e lo sgomento 45Del pubblico esattor. Regali vie
Alle città lontane agevolaro