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    Di pochi lustri io ti precorro, amico,
Nelle vie dell’età; ma quante usanze
Ch’erano in fiore ne’ miei primi tempi
Io non vidi cader! quanti costumi
5Che tu non conoscesti, o solo appresi
Hai dal labbro de’ vecchi! Or son fecondi,
Come secoli, gli anni. In opulenta
Culla e fra gli agi di città gentile
Tu le care del giorno aure bevesti;
10Io dentro picciol borgo, in erma valle
Cui fan le digradanti alpi corona,
Vissi oscuri i miei dì, finchè novenne
Alla città mi trasse il mio buon padre
A dibucciar la prima scorza. Il giorno
15Era de’ Morti. I flebili rintocchi
Della campana all’attristato core
Crescean tristezza. Mal celando il pianto,
Nell’usato cortil co’ vecchi amici
Sull’imbrunir venuti a salutarmi