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DUE VITE.
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Chi di te più solingo e miserando,
Celibe antico che, a’ tuoi dì migliori
3Il santo nodo marital sdegnando,
Bevesti al nappo di venali amori?
Chi di te più dolente? Il capo imbianca;
6Ma non doman le nevi i vecchi ardori.
Furor vano di prede agita e stanca
Il morente lione. Ecco affannoso
9T’è ’l respiro; la vista ecco ti manca.
Da ree memorie combattuto e roso
Sui profumati serici guanciali
12Hai querula la veglia, ansio il riposo.
Divorasti la vita. Ora i tuoi mali
Narri a’ sedili del deserto tetto
15E l’alto cruccio in empi motti esali,