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POSSAGNO.

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     Prole negletta, faticosi alunni
Delle negre officine, a cui la pialla
E l’incude sonante è brando e trono;
Nato d’umili padri e ne’ conflitti
5D’aspra fortuna, come voi, cresciuto
Era il Divino che a quest’ermo colle
Diede fama perenne. Or se di stemmi
E gentilizie porpore fastose
Circondate non fur le vostre cune,
10Viltà di core non vi gravi il ciglio;
Chè vostra nobiltà pura rifulge,
Scabri eroi del lavoro, a cui le mani
Mai non grondaro di fraterno sangue.
Vostro è Canova; ne d’illustre ceppo
15Che le radici favolose inciela,
Vide il secolo uscir gloria maggiore.


     Sacra è la terra che calchiamo; è sacra
Quest’aria, amici, e le petrose balze