Cogli, fanciulla, le furtive rose,
E non cercar, se sia mortale o nume
18Colui che ne’ divini atrî ti pose.
Ella non ode. Della manca al lume
Schermo facendo, il talamo vietato
21Entra perplessa e pende in sulle piume.
Pende e rimira. Sul purpureo strato
Chi mai rimira? Giovincel che giace
24In nettareo sopore addormentato.
Ale ha di giglio agli omeri: una face
Fuma a piè delle coltri. Oh, quanto il detto
27Dell’invide sorelle era mendace!
Drago non già, ma più che umano aspetto.
Rosa che innanzi l’alba orlan le brine,
30È la guancia gentil del giovinetto.
Aleggia sulle labbra porporine
Molle il respiro, ed in vezzose anella
33Scende pel collo fluttuando il crine.
Come stupisce! come in sulla bella
Faccia immobile figge la pupilla
36In dolce estasi assorta la donzella!