235Poi giunge accompagnata
Da quaglie e da stornelli
E d’una smisurata
Folla di vari augelli.
Io tutti li confido
240Agli arboscelli, ai prati,
A fabbricarsi il nido,
Nutrirsi i dolci nati.
Molti co’ novi eredi,
Quando più ferve l’anno,
245Di più benigne sedi
In cerca se ne vanno.
D’autunno a’ lieti giorni
Di lodolette abbondo;
Garrule merle e storni
250Entro i vigneti ascondo.
E quando l’anno inchina
Ho l’oca e la beccaccia,
Che presso alla marina
Scendon di cibo in traccia.
255Nè compagnia mi manca
Di armenti e greggi; e questa
No, non mi opprime e stanca,
Ma pure gioie appresta.