Del monte in sulla falda
Un orticel piantato ho di mia mano,
Che quando april riscalda,
È tutto in fior, non vano 45Argomento di frutta al pio villano.
Cupida che si accresca
Tanta beltà, dalla petrosa vetta
Precipita una fresca
Onda, che alla soggetta 50Piaggia romoreggiando il passo affretta;
E poi tra pianta e pianta
Torcendo il corso, la solinga riva
Di bei fioretti ammanta,
E le vermene avviva 55Chinate e smorte dall’arsura estiva.
L’antelucana brezza
Pregna d’odori aleggia in sul pendio
E gli arbori carezza
Con blando mormorio, 60Che di pompe e di scettri infonde obblio.
Quei che la vita affida
A fragile vascel, l’oro contenti.
Non io, non io le grida
Udrò dell’ansie genti, 65Quando orribili in mar pugnano i venti.