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376 properzia rossi.


     Ristoro altro non chiedo a tanto danno
Che una lagrima sua. Fatte già polve
42Entro l’urna queste ossa esulteranno,

     Chè vero amor per morte non si solve.


III.


     Come sei bella, femminil sembianza
Dal marmo uscente! Ma l’altera idea,
3Che brilla in me, la tua bellezza avanza.

     Di che vaghi miracoli io potea
Il mio secolo ornar, se la fortuna
6A’ miei poveri giorni era men rea!

     Ma non arrise il cielo alla mia cuna;
Quando più dolce il grido è di natura,
9Solinga io vissi e senza speme alcuna.

     Un core, un core, in cui versar secura
L’ansia segreta e la segreta stilla
12Dal duol spremuta a’ dì della sventura;