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356 dora.

Si assise sul terren: la faccia ascose,
E lagrimò segretamente. Intanto
I falciator falciavano: cadea
150Il sole in occidente, e tenebrosa
La notte discendea sulla campagna.

     Al casolare di Maria si volse
Allor Dora e sull’uscio appresentossi.
Vide Maria che il suo bambin non era
155Con Dora, onde a lodar si mosse Iddio,
Che consolava i vedovi suoi giorni.
E Dora disse: “Il zio tolse il bambino;
Ma concedi, Maria, che teco io viva
E lavori con te: dice che mai,
160Mai più non osi presentarmi a lui.”
E Maria rispondeva: “Ah, non sia vero
Ch’io ti debba aggravar della mia croce:
E penso ancora non sia ben ch’egli abbia
Il bambin, che crescendo alla sua scola
165Un cattivello si farà, nè cuore
Avrà per la sua madre. Andianne a lui.
Io pregherollo che il bambin mi renda
E te ripigli; e se ti scaccia, allora
Povere amiche noi vivremo insieme,
170E per quel poveretto orfanel cara
Avremo ogni fatica, in fin che cresca
E la mercè ne renda.” Allor le donne
Si baciarono in fronte, e fuori uscendo