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in morte di marco antonio dalla-torre. 335


    Rendetemi il fratel, gridava all’onde,
Rendetemi Fetonte, o quante il flutto
36Ninfe pietose a’ miei lamenti asconde.

    Te pur, te pur, se mai fu giusto il lutto
Nella morte d’alcun, te pure incolse
39Dolor da non portarne il ciglio asciutto;

    Dacchè morendo il tuo fratel ti tolse
Ogni contento, e te senza riparo
42E tutti quanti i tuoi nel duol travolse.

    Nel duol ahi! ti travolse il fato amaro
Dell’estinto fratel, di cui non era
45Altri al tuo cor più disïato e caro.

    Ei di tua fresca gioventù primiera
Fido sostegno, e invidïato onore
48Di tua magion che per lui sorse altera;

    Con cui sedendo in candidi d’amore
Ragionamenti senz’ambage usavi
51Tutti gli arcani disvelar del core;

    Cui proponevi a tutti; e più de’ favi
Dolce e più dell’ambrosïa da’ suoi
54Labbri facondia distillar giuravi.