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310 la partenza per l'esiglio.


     So che lo scudo inutile
Torna a guerrier trafitto;
Pur voi scemate gli odii
68Al misero proscritto.

     Dite al divino Cesare
Come demente errai;
Dite che fui colpevole,
72Non scellerato mai.

     Tutto è a voi noto; il giudice
Pur esso non l’ignori.
Saran, placato Cesare,
76Forse i miei guai minori.

     Tanto io pregai: più fervida
La donna orava, e mozzi
L’erano i preghi assidui
80Da lagrime e singhiozzi.

     Discinta, supplichevole
Si prostra ai Lari, e tocca
Del focolar le ceneri
84Colla tremante bocca;

     Poi sorge, e di rimprovero
Acre i Penati assale,
Rimprovero che gl’invidi
88Fati a stornar non vale.