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ero a leandro. 301


     E Laodice che dorate a’ venti
Spandea le chiome e la gentil Celeno
183Ascesa a fiammeggiar ne’ firmamenti;

     Perchè, Nettuno, se cotante in seno
Fiamme accogliesti, sei con me sì fiero
186Che d’amoroso incendio ardo non meno?

     Pace, gran nume; col tridente altero
L’oceàno sconvolgi; in breve chiostra
189Sdegna far pompa del regale impero.

     Sorgi colà con tutti i venti in giostra;
Le navi aggira e co’ sonanti e vasti
192Marosi le gran flotte abbatti e prostra.

     Vergogna, che dell’acque il Dio contrasti
Ad inerme garzon; palma sì vile
195D’un fiumicel si disdirebbe a’ fasti.

     Vanta Leandro origine gentile;
Ma fra gli avi famosi ei non addita
198L’Itaco astuto a’ tuoi nepoti ostile.

     Pace, gran nume; ed ambo a un tempo aita;
Ei nuota; per la stessa onda tranquilla
201Naviga coll’amante la mia vita.