E Laodice che dorate a’ venti
Spandea le chiome e la gentil Celeno
183Ascesa a fiammeggiar ne’ firmamenti;
Perchè, Nettuno, se cotante in seno
Fiamme accogliesti, sei con me sì fiero
186Che d’amoroso incendio ardo non meno?
Pace, gran nume; col tridente altero
L’oceàno sconvolgi; in breve chiostra
189Sdegna far pompa del regale impero.
Sorgi colà con tutti i venti in giostra;
Le navi aggira e co’ sonanti e vasti
192Marosi le gran flotte abbatti e prostra.
Vergogna, che dell’acque il Dio contrasti
Ad inerme garzon; palma sì vile
195D’un fiumicel si disdirebbe a’ fasti.
Vanta Leandro origine gentile;
Ma fra gli avi famosi ei non addita
198L’Itaco astuto a’ tuoi nepoti ostile.
Pace, gran nume; ed ambo a un tempo aita;
Ei nuota; per la stessa onda tranquilla
201Naviga coll’amante la mia vita.