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ero a leandro. 293


     Voi la caccia trastulla: in bei diporti
Alla quïete di campagna amena
15I lunghi giorni a voi paiono corti.

     Ora il fòro vi chiama; or nell’arena
Scendete unti alla lotta, o d’un corsiero
18Affaticate la fumante schiena.

     Or a pesci ed augelli il giorno intero
Sedete insidïando, e l’atra cura
21A vespero tuffate entro il bicchiero.

     Tali trastulli a noi vieta natura;
E che far ci riman, se non l’amore,
24Chiuse nell’ombra di guardate mura?

     E di te tutte quante occupo io l’ore;
Tu segreto mio studio e mio tesoro;
27Nè dir può lingua quel che sente il core.

     Or di te parlo colla balia, e ploro
Con lei sommessamente e le cagioni
30Del tuo ritardo palpitando esploro;

     Or riguardando il mar che gli aquiloni
Volgon sossopra, i tuoi lagni ripeto,
33Imprecando de’ venti alle tenzoni;