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ERO A LEANDRO.
Vuoi che l’egro mio spirto io rassereni,
Come il cortese tuo foglio m’invita?
3Getta la penna, mio Leandro, e vieni.
A chi triste in desio mena la vita
Fassi un’ora mille anni. Io t’amo, io t’amo
6E fieramente il tuo tardar m’irrita.
D’immenso foco parimenti ardiamo;
Ma se d’amore son le fiamme eguali,
9Di tempra eguali e di vigor non siamo.
Noi che le membra abbiam tenere e frali
Noi fanciulle di cor siamo men forti.
12Vieni, o vinta io soccombo a tanti mali.