Pegli anditi sacrati onda del canto,
Vano tu credi popolar trastullo,
Figlio, dell’uomo tu nel cor non leggi, 355E poeta non sei. L’Onnipotente
Ben io nel volto delle stelle adoro:
Pur quando all’alba l’umile chiesuola,
Che vedi là, m’accoglie, e l’inno ascolto
Delle devote vergini, lo Sposo 360Propizïanti a’ nostri error, più cara
Nè men solenne dentro mi risuona
La voce dell’Eterno. Il cor s’indura
Di scabro ver nella ricerca: usato
Colla materia a trattenersi, il lezzo 365Tosto ne bee, lezzo di fauno e tigre,
Se l’onorande lagrime felici,
Appiè dell’ara prorompenti, il gelo
Non accorrano a sciorne e la fragranza
Evaporata a rinnovarne. Immondo 370Di loto e sangue i lidi della vita
L’infante afferra; ma la Fè nel grembo
Virginal lo raccoglie, e de’ suoi riti
Per la cerchia magnifica, dall’onda
Rigenerante a’ balsami lo guida 375Che al moribondo atleta ungon la fronte.
Così per questo di chiarori e d’ombre
Barlume antelucan passa il credente,
Sul fango il piè, ma coll’aurora a fronte,
Che di misterïose aure la chioma