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il sogno. 269


     Ma la schiatta dell’uom nata alle cure
Con farro e sal, che crepita sul foco,
15Placa le larve della notte oscure.

     E nondimen, sia che ne’ sogni loco
Abbiasi il vero; sia che frodolenti
18De’ mortali la fè prendansi a gioco,

     Della trascorsa notte i rei portenti
Volga in meglio Lucina, e non permetta
21Ch’io scevro d’ogni colpa invan paventi;

     Se mai non fu d’alcuna macchia infetta
Questa mia destra; nè parola altera
24Contro gli Dei con empio labbro ho detta.

     Già notte avea della stellata sfera
Compiuto il giro e nell’equoree spume
27Lavava gli assi alla quadriga nera;

     E non ancora le tranquille piume
Il sonno sul mio capo avea distese,
30A’ travagliati non amico nume.

     Alfin nell’ora che il mattino ascese
In oriente, sullo stanco letto
33Un sopore dolcissimo mi prese.