Ah queste, no, non son, queste, o spergiuro,
Le promesse non sono d’una volta;
Non è questo quel rosëo futuro 188Che all’alma promettevi ignara e stolta;
Ma che a nido d’amor lieto e sicuro
Stata sarei nelle tue case accolta.
Sognate voluttà, vani contenti 192Che tutti si portâr per l’aria i venti.
Donna non sia, che più creda verace
Il giuro dell’amante e la promessa.
L’amante per aver quel che gli piace 196Di giurare e promettere non cessa;
Ma poi che spenta ha la sua sete e tace
La cieca voglia, che l’ardea, repressa,
De’ giuramenti più non ha paura 200E le date promesse più non cura.
Eri a morte devoto, allor ch’io venni
Con mio periglio a trarti in salvamento:
Perdere il fratel mio prima sostenni 204Che abbandonarti nel fatal momento:
In mercè della fede che ti tenni
A lupi ed avoltoi preda divento,
Lassa! nè fia chi morta mi ricopra, 208Poca polve al mio fral gittando sopra.