Come in lui volse i desïosi lumi
La regal figlia, che su casto letto
Odorato di vergini profumi 116Crescea blandita sul materno petto
Quali crescono i mirti in riva a’ fiumi
O le rose amoreggia un zefiretto,
Da lui gli accesi rai prima non tolse, 120Che fiamma spaventosa in petto accolse;
E per l’ime midolle il reo veleno
Sentissi errar degli amorosi strali.
Divo garzone, che cotante in seno 124Levi tempeste a’ miseri mortali;
E tu, regina Venere, che il freno
Reggi di Golgo e dell’Idalia, in quali
Flutti, ahimè!, travolgeste la delira 128Che del biondo stranier arde e sospira!
O quante volte svenne di paura
E si fece più pallida dell’oro,
Quando l’ardito giovanetto a dura 132Pugna scendea col formidabil toro,
Fermo di correr l’ultima sventura
O di mercarsi glorïoso alloro.
Al ciel, che tutta non udìa l’inchiesta, 136Ella voti porgea tacita e mesta.