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ricordi di tobia. | 227 |
All’artigiano, quando il giorno è spento,
La mercede darai che promettesti;
Ed il salario debito allo stento
44Del mercenario presso te non resti.
Quel che ti spiace che a te faccia alcuno
Guarda, o figlio, che agli altri tu non faccia:
Mangia il tuo pan coll’orfanel digiuno,
48E allo ignudo una tonica procaccia.
Sul sepolcro del giusto il vino, il pane
Metti tu pur; ma non voler gustarne,
Per quanto ami il Signor, colle profane
52Anime a’ gaudi addette della carne.
Sempre consiglio cercherai dal saggio;
Sempre Iddio pregherai che i tuoi sentieri
Illumini benigno col suo raggio,
56Sicché a lui sien rivolti i tuoi pensieri.
Non temer, figliuol mio: povera vita
Meniamo, è ver; ma sarem sempre in fiore,
Se, Dio temendo e dando agli altri aita,
60Immacolato serberemo il cuore.