140E, spiato al ferir modo,
Nelle tempie gliel cacciò.
Traforolle. Al suo cospetto
Si scotea divincolando;
Trambasciando, sanguinando 145Si torceva il maledetto,
Finché giacque in abbandon
Fiero ingombro al padiglion.
Dalla finestra protendea lo sguardo
La madre intanto e lo chiamava a nome. 150Perchè non giunge? come
Il vol di sue quadrighe oggi è sì tardo,
Di sue quadrighe il vol che il vento avanza?
Ululando dicea nella sua stanza.
La maggior delle ancelle a confortarla 155Allor così le parla:
Or dividon le prede: immense prede
Essi forse non fero? Una donzella,
Due donzelle a ciascun; ma la più bella
A Sisara si dà. Di ostro superba 160E di rubini screzïata e di oro
Per Sisara una veste si riserba;
Ei già vi passa la cervice, e riede
Grave le terga di regal tesoro.