Già del mondo maestra, che rammenta
A noi l’eccelso cómpito e riprende
39Qual pari all’ardua soma il cor non senta.
Bello, come soleva, ancor risplende
L’italo sol che dal Cenisio al Faro
42Mirabil possa d’intelletti accende;
Ma le virtù che agli avi il petto armaro,
Ferreo voler, sublimità di core,
45All’Italia or contende il fato avaro.
Splender desia d’intempestivo onore
Qual più la patria di servir si vanta,
48E del tardo poggiar sente rossore,
Quando tarda veggiam crescer la pianta
Che il dolce pome al villanel matura
51Nè sol di ombre infeconde il suolo ammanta.
Molti verni vegliati e la natura
Delle leggi, de’ riti e de’ costumi
54Ricerca aveva con intenta cura;
Corse più terre e valicati i fiumi
D’inclite genti il tuo fratello avea,
57Onde anco Italia ha lagrimosi i lumi.