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176 | a teresa barbera-fogazzaro. |
Discendi, Ina, al giardin: spicca la fronda
Che fresco serba d’ogni tempo il santo
Color della speranza, e ne circonda
40Il mio bicchier: liete venture io canto.
O dolci capi, a cui men parve amaro
L’esiglio, che mirar volto nemico,
Ma con memore affanno ognora al caro
44Aere anelanti del soggiorno antico,
Torneran l’erbe nove; e voi vedrete
Dietro la santa italica bandiera
Del bello eremo vostro alla quïete
48Accorrere d’amici allegra schiera.
Noi verremo a levarvi. O generose
Anime schive, nell’angusta chiostra
Di questi monti troppo a lungo ascose,
52Venite a riveder Vicenza vostra.
Spezzato il giogo boreal, respira
Aure felici: da rimote bande
Gli armati figli riedere rimira
56Fieri di cicatrici e di ghirlande.
O la più cara e misera di quante
Illumina città l’italo sole,
Racconsolata madre al seno amante
60Alfin raccolga la dispersa prole.